Quando San Nicola salvò Bari e la Puglia

Ivan Perilli
5 min readDec 6, 2023

Lontano, laggiù al largo dell’Adriatico, tutti lo aspettavano come sempre. Chi aguzzava la vista, chi usava un cannocchiale, tutti scrutavano l’orizzonte, in quella soleggiata e neanche lontanamente fredda mattinata di dicembre, a Bari, sul lungomare. Ma dov’era San Nicola? Era forse in ritardo?

“Arriva a maggio, vi state confondendo tutti!” blaterava un tale, vicino il Teatro Margherita, ma non lo ascoltava nessuno. Lo aspettavano tutti il 6 dicembre. In ogni caso, nulla. Calma piatta.

Ma intorno alle undici di mattina… il mare iniziò a muoversi in maniera inaspettata, un moto ondoso troppo irregolare per quella giornata senza vento. “Uno tsunami!” gridò qualcuno. Di risposta, tante persone gridarono ma, invece di allontanarsi, tutte si assieparono il più vicino possibile al mare, per poter vedere arrivare lo tsunami e immortalarlo di fotografie.

Eppure ‘sto tsunami mica sembrava voler arrivare. Qualcuno mormorò che ci potevano volere ore, qualcun altro iniziò a pensare che l’Adriatico era troppo stretto per uno tsunami, c’era troppo poco spazio tra Italia e Albania.

Non tiriamola per le lunghe, quello strano moto ondoso proseguiva ma nessuno tsunami. Era passata almeno mezz’ora e nessuno ci sperava più, in quella catastrofe.

Qualcuno iniziò a friggere, qualcuno a pensare dove mangiare a pranzo, quando ecco che uno dei cannocchiali buoni avvistò al largo il motivo di quelle onde. Una grande, enorme figura bionda avanzava tra le acque, grande che pareva una montagna. Pochi minuti e tutti riuscirono a scorgerlo, lì lontano che avanzava a passi lunghissimi e poderosi. Altissimo, forse venti o trenta metri, biondo, muscoloso in ogni sua forma, e brandendo un gigantesco martello. Il dio Thor stava approcciando il lungomare di Bari. Thor, il figlio di Odino, il padre della mitologia norrena. Cosa volesse, per quale motivo pareva stesse per passare l’inverno in Puglia? Forse perché troppo freddo lì in Scandinavia? Probabilmente di lì a qualche minuto la folla l’avrebbe saputo. Fu convocato il sindaco e trovato in fretta e furia un interprete un po’ svedese e un po’ norvegese, ma questi non servì… Thor, a poche decine di metri dal lungomare, cacciò un urlo della madonna e fece drizzare peli e capelli a tutti i baresi. Poi iniziò a roteare il suo martello in aria e il vento che ne scaturì spinse via dal marciapiede del lungomare tutti, ma proprio tutti i presenti. Qualcuno, inciampando all’indietro, si fece anche male. Accorsero le ambulanze mentre Thor metteva piede sul largo Giannella, per tutti Piazza Diaz. L’interprete, visibilmente cagato sotto, fu spinto in avanti dalla folla, fu insomma mandato a proferire con il dio. Thor lo prese e lo lanciò lontano, lontanissimo, verso nord. Probabilmente qualche ora dopo l’interprete atterrò a Copenaghen. E ora? Chi avrebbe mai capito Thor?

Una vecchina, lì seduta su una sedia di legno pieghevole, suggerì al sindaco che non c’era niente di cui preoccuparsi, lei aveva sognato nottetempo l’arrivo di Thor e sapeva che il mastodontico vichingo era lì per conquistare la Puglia e annetterla alla Scandinavia, che se la sarebbe portata via in spalla la Puglia, come una gigantesca salsiccia. Ma la vecchina sapeva, anzi aveva sognato, che San Nicola sarebbe intervenuto e avrebbe salvato tutti. OK, grazie nonna, tutto bello, ma dove stava San Nicola quindi?

“Ecco! Arriva San Nicola!” esclamò qualcuno e tutti si girarono verso Piazza del Ferrarese. Era lui, era San Nicola! Era venuto a salvare la città di Bari e i baresi!

Avanzava nella sua veste tradizionale tutta bianca, e oro, e arancione e rossa, con tanto di copricapo. Era pure lui parecchio alto, sicuramente oltre i due metri, e stava pure bello ringiovanito. Difatti, più che San Nicola, pareva LeBron James e le tre palle infatti erano diventate palloni da basket. In ogni caso, per il resto non c’era dubbio che fosse lui, e tutti lo sapevano e tutti quindi eccitati esultavano.

Anche se San Nicola era due metri e mezzo e Thor andava sulla ventina. Insomma, sarebbe stata una faccenda non proprio facile per il turco.

San Nicola da Bari, giunto a Piazza Diaz disse chiaramente a Thor (che aveva imparato l’italiano e il latino, previdente sui suoi piani) di tornarsene a Stoccolma, che Bari e la Puglia non sarebbero mai stati roba sua. Thor per tutta risposta diede una martellata pazzesca in testa a San Nicola. Ora, considerando che il martello di Thor era grande più o meno quanto un autobus dell’Amtab, il caro Nicola ne uscì che sembrava una frittella. Eppure… magia, il fenomenale santo riemerse dai suoi resti che era raggiante quasi come prima, solo un poco stonato. Thor invece stava incazzato come una biscia, mica se l’aspettava tale magia. Uno a uno, palla al centro. San Nicola di suo però non aveva armi, tranne i tre palloni da basket. Per fortuna, cosa che era sfuggita al sogno premonitore della vecchia della sedia, accorse in suo aiuto Santa Lucia, per l’occasione in anticipo di una settimana. Santa Lucia, forte del suo controllo sulla luce e sulle visite oculistiche, rese Thor cieco per qualche secondo, giusto il tempo necessario al patrono di Bari per lanciare con precisione millimetrica le tre palle da basket negli zebedei del dio venuto dal nord. Una, due, tre, tutte a segno e Thor, ripresosi dalla cecità inflittagli da Santa Lucia, ora era piegato in due dal dolore nelle parti basse. Capita la lezione e ancora tutto contratto, Thor per cercare di rilassare i muscoli rientrò in acqua e iniziò ad allontanarsi, fino ad arrivare in Grecia e farsi un bel pita gyros, e decise quindi di non tornare più a insidiare la Puglia. San Nicola, con il prezioso aiuto di Santa Lucia, aveva salvato la Puglia, Bari e i baresi che, visto che si erano fatte le due e non erano andati ancora a mangiare, si precipitarono letteralmente tutti nei panifici, per tagliare corto e pranzare con la focaccia. Ovviamente la focaccia non poteva bastare per tutti e quindi San Nicola, capita la situazione e memore di quello che fece Dio con Mosè nel deserto, fece piovere dal cielo sgagliozze e popizze per tutti, e in abbondanza.

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Ivan Perilli

25% author, 25% composer, 20% musician, 10% IT manager, 20% imagination.