Quali parole per il mio nuovo libro?

Ivan Perilli
3 min readOct 30, 2023

Quando l’ormai celeberrimo libro del Generale Vannacci è uscito su Amazon e, per di più, ha raggiunto la vetta delle classifiche di vendita in Italia, ho spontaneamente pensato che la categoria (a cui appartengo) degli scrittori fermamente convinti nell’autopubblicazione avrebbe subito un duro colpo. Una botta negativa all’immagine, già precaria per chi decide di autopubblicarsi invece che cercare un editore. A prescindere dal libro in questione, la pubblicità sarebbe stata negativa essenzialmente perché si sarebbe sottolineata l’assenza di filtri qualità sui contenuti, e la possibilità per chiunque di pubblicare e ingolfare il mercato, già parecchio messo male. Ma, in breve per i neofiti dell’argomento, le ragioni dietro la scelta dell’autopubblicazione sono molteplici e, in questo momento, vanno ben oltre lo scopo di questa mia breve disquisizione qui, ora. L’autopubblicazione porta con sé una forte forma di libertà di parola e di espressione, fondamentalmente senza censura, se non eventualmente a posteriori. Tutti possono pubblicare un libro, anche chi non ha niente da dire o ha qualcosa da dire ma non sa praticamente dirlo. Ci sono bellissimi pro e pericolosi contro. L’idea di scrivere un libro di risposta al Generale Vannacci mi è venuta quasi immediatamente alla notizia dell’esistenza del libro, quasi a mostrare come si potesse anche scrivere esattamente l’opposto. Ricordo che tale idea mi è venuta mentre mi recavo dal dentista. Passato poi il dolore ai denti, ho accantonato l’idea. L’ho pensata e maturata con impeto, non con gusto, arte o voglia reale di scrivere. E poi… un intero libro, anche se magari piccolo, non si scrive in un weekend, credetemi — e avrei quindi pure perso l’attimo carico d’ispirazione. Qualche mese va speso, o qualche settimana se si ha la fortuna di non avere alcun altro di impegno nella vita, tranne che dormire e mangiare. Qualche giorno fa ero invece in aereo, avevo da poco provato per l’ennesima volta a studiacchiare un po’ la poesia beat, a cercare di afferrarla, ma con scarsi risultati. Insomma non ci stavo capendo nulla. Bukowski diceva che la poesia dice tanto in poco, e la prosa dice poco in tanto. Ero in aereo quindi, e non avevo nulla da fare tranne che leggere e bere caffè. Il mio di volo (pindarico) non lo ricordo ma ho pensato che avrei potuto rispondere a un mondo contrario con un mondo dritto, e avrei potuto farlo coadiuvato dalla forma poesia, terreno inesplorato e minato — per il puro gusto di provarci. Sono molti anni che scrivo racconti e libri, ma per quanto riguarda la poesia ci avrò provato non più di un paio di volte e non avevo mai passato la mia prima stessa essenziale autovalutazione. La poesia non è ispirazione, ma studio, precisione, estrema cura, oltre che tanta bellezza. Però stavolta ho pensato di stare al mio stesso gioco e buttarmi, grazie all’autopubblicazione, in tal pericoloso terreno. Ma le parole, dopotutto, un po’ le so usare e qualcosa, in questo caso ce l’avevo da dire. Quindi, ricordando che ero in aereo, ho tirato fuori la mia tastierina portatile, e ho iniziato a scrivere. Da poesia spicciola e striminzita, ho abbandonato un approccio criptico e le frasi si sono gonfiate fino a riempire le prime pagine del libro. Ora, il risultato finale s’intitola “Il Mondo Dritto” e descrive l’esistenza di un mondo dove nulla pare essere andato mai storto (o forse poi è stato raddrizzato?) e tutto fila liscio, semplicemente bene, e per tutti. Idealista? Realista? Fantascienza? Poesia, nel senso più popolare del termine, lasciatemelo dire. Ho pensato che sarebbe stato giusto metterla in vendita a un prezzo basso su Amazon e vi ho aggiunto alcuni tra i miei migliori racconti, sia noti e rivisitati che inediti assoluti. Tutti con un retrogusto (anche molto poco retro) di osservazione, di discussione sul futuro, di lettura del presente. Qualche sentimento nascosto e qualche chiaro messaggio antimilitarista, e le solite trappole per gli stolti. La copertina racchiude bene uno dei concetti che permea questo mio piccolo nuovo libro: siamo tutti uguali, basta guardarci da un punto di vista migliore, per vederlo anche a occhio nudo. In questo ci aiuta il celebre l’overview effect, scaturito originariamente proprio dalla fotografia “Earthrise”, il Pianeta Terra da lontano, davvero lontano. Ma tornerò su questo argomento a breve. Nel frattempo non mi resta che dire buona lettura, buoni pensieri, e buona discussione.

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https://www.amazon.it/Mondo-Dritto-Ivan-Perilli/dp/B0CLYHR2S6

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Ivan Perilli

25% author, 25% composer, 20% musician, 10% IT manager, 20% imagination.